Chi sono i responsabili?
Se da una parte il diffondersi di malattie altamente infettive è estremamente difficile da evitare questa, nella sua tragicità, ha fatto emergere la fragilità del nostro sistema sanitario nazionale.
Partendo da un fatto ineluttabile, il diffondersi, anche su scala globale, di malattie altamente infettive come il COVID-19 è estremamente difficile da evitare. In una società globale, fortemente interconnessa dove i frenetici spostamenti tra continenti come Asia, Europa e Nord America sono una realtà consolidata da decenni e più, il diffondersi di agenti virali, che di norma sarebbero verosimilmente destinati ad infettare piccolissime porzioni di un territorio, è ovviamente agevolata. Di conseguenza è del tutto assurdo e immorale cercare responsabilità individuali o collettive alla diffusione globale dell’attuale malattia o tantomeno al suo insorgere, se ci sono responsabilità sono nella gestione sanitaria e politica di casi pandemici del genere.
La diffusione in Italia del COVID-19, ha avuto l’immediata conseguenza del mettere in evidenza la serissima questione del sistema sanitario, l’elefante nella stanza. Tutto l’emiciclo parlamentare, la cosiddetta "società civile", i media e gli esperti del settore si sono stupiti della sorprendente fragilità ed inadeguatezza del nostro sistema sanitario nazionale in gran parte inadeguato agli standard europei, con ovvie eccezioni come quello lombardo, peccato che siano anni ed anni che questa situazione sia sotto gli occhi di tutti, soprattutto di coloro che sono responsabili della gestione sanitaria nazionale. Quindi si, delle responsabilità ci sono.
Tra il 2010 ed il 2015 i governi Berlusconi e Monti, hanno de finanziato oltre 25 miliardi di euro, che vanno ad inserirsi in un complessivo ed effettivo taglio/de finanziamento di oltre il 51% a partire dal 1997. Il governo Berlusconi in particolare ha ridotto di 30.000/50.000 i posti letto disponibili per la terapia intensiva. La Corte dei Conti italiana ha reso noto che tutti i governo repubblicani degli ultimi vent'anni hanno de finanziato selvaggiamente l’intero settore sanitario e le immense problematiche negli ospedali in tutta la nazione sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto del personale ospedaliero, che da anni ed anni denunciano preoccupanti deficienze a tutti i livelli, da quello meramente amministrativo a quello delle strutture sanitarie, da sempre in evidente degrado, passando dalla cronica carenza di personale medico a cui nessun atto governativo ha tanto meno tentato di porre rimedio.
Tutti i soggetti politici che adesso, nel momento in cui i nodi vengono al pettine e le carenze diventano tragiche, sbraitano all'unità nazionale e al becero patriottismo da tastiera, o peggio ancora, indicano più o meno subdolamente determinate etnie come "untori della patria ferita" per scatenare i sentimenti più biechi e irrazionali dei cittadini spaventati per farne un guadagno elettorale, hanno chiare responsabilità politiche, chi più chi meno. Chi poteva invertire la tendenza al de finanziamento non lo ha fatto e ora blatera di misure straordinarie a danno fatto e strafatto, chi ha partecipato ai tagli selvaggi e all’incancrenirsi della situazione adesso dalle sue live facebook sbraita a misure securitarie, promesse elettorali o al solito "se noi fossimo al governo avremmo fatto...". Insomma nella tragicità del momento dal mondo politico arrivano solo messaggi scaricabarile.
Ad oggi lo stato italiano spende per il suo sistema sanitario nazionale il 6% del proprio PIL, contro il 9% di Francia e Germania, sostanzialmente in linea con l’Europa orientale, a dimostrazione della fragilità e della totale inefficienza del sistema sanitario è il fiume costante dei giovani medici italiani verso l’estero, giovani ultra specializzati vere e proprie eccellenze mediche che nel "belpaese" trovano solo porte chiuse, strutture per la maggior parte devastate da decenni da una classe politica irresponsabile o stipendi tragicomici. A tutto questo va aggiunto, purtroppo, la tradizionale e puramente italica pubblica amministrazione pachidermica, che drena risorse fondamentali che dovrebbero essere destinate anche alle strutture sanitarie, e che nella sua lentezza fa si che per un qualsiasi ordine i materiale sanitario, anche il più basilare dai guanti alle mascherine, ci vogliano mesi interni.
Il COVID-19, nella sua tragicità, ha fatto emergere non solo la fragilità del nostro sistema sanitario nazionale, ma dell’intero "sistema paese", un sistema politico-amministrativo incancrenito da decenni che deve essere riformato seriamente e completamente ridisegnato, che possa realmente valorizzare e far progredire le sue eccellenze, sia in campo medico sanitario che in tutti gli altri campi della ricerca e dello sviluppo.